martedì 18 novembre 2003

Non fiori, ma atti concreti


Com'era purtroppo prevedibile in questi giorni le televisioni (e i giornali) non hanno mancato di inondarci di retorica.



Fino alla cronaca dell'arrivo delle salme all'aeroporto e al saluto ai caduti niente da dire, i media hanno assolto in maniera tutto sommato corretta al proprio compito, ma poi hanno iniziato a sbracare: ogni (tele)giornale ha fatto a gara nel riproporre all'infinito le storie personali dei caduti, nel fare sentire in ogni telegiornale le note del Silenzio fuori ordinanza, nel fare leva insomma (alquanto cinicamente, a volte, e mostrando poco rispetto per il dolore dei familiari delle vittime) sui sentimenti dei telespettatori e dei lettori di quotidiani.



Una autentica tragedia è stata quindi cannibalizzata (e in un certo senso banalizzata) dai mass-media e trasformata nell'ennesimo psicodramma nazional-popolare: uno sviluppo offensivo non solo dei sentimenti dei familiari dei caduti, ma anche dei sentimenti di tutti gli italiani che in queste ore stanno esprimendo, loro sì senza retorica, la propria commozione.



Io mi chiedo: e la prossima volta? Speriamo di no, ovviamente, ma se dovessero morire altri nostri connazionali in Irak, che cosa farebbero? Si ripeterebbe daccapo quello che stiamo vedendo in questi giorni, tutto quanto il dannato rituale?



Gli americani subiscono quotidianamente perdite in Irak: cosa dovrebbero fare loro, allora?



E ancora: sappiamo per esperienza che il nostro Stato è bravissimo nell'organizzare commemorazioni ufficiali, ma è spesso molto meno rapido ed efficiente quando si tratta di portare un sostegno concreto ai sopravvissuti (siano vittime della mafia o del terrorismo brigatista o del terrorismo islamo-fascista).



I parenti dei caduti di Nassiriya hanno bisogno non solo delle nostre frasi di solidarietà ma anche e soprattutto di un aiuto concreto e immediato: alcuni di loro vivono situazioni critiche, sul piano economico, e non possono certo aspettare il (tardivo, temo) intervento della nostra burocrazia statale.



Io penso che il modo migliore di onorare i nostri caduti e le loro famiglie sia non solo quello di sostenere concretamente la missione italiana in Irak - una missione di pace, checcé ne dicano alcuni luridi individui - ma anche e soprattutto di fare sentire concretamente la nostra solidarietà e il nostro sostegno ai familiari dei nostri compatrioti.



Il Corriere della Sera ha lanciato una sottoscrizione a favore dei parenti delle vittime di Nassiriya:
UN AIUTO SUBITO



Corriere della Sera - Sottoscrizione per le famiglie delle vittime



Il nostro giornale ha aperto una sottoscrizione a favore delle famiglie delle vittime dell'attentato a Nassiriya. Fanno parte del Comitato "Un aiuto subito" il direttore del Corriere della Sera Stefano Folli, il generale dei Carabinieri Giuseppe Richero, il segretario di redazione del giornale Gianluigi Astroni.



I fondi saranno assegnati in accordo con il ministero della Difesa; i lettori verranno regolarmente informati, come è già avvenuto per il terremoto dell'Umbria e delle Marche, per la scuola di San Giuliano e per l'alluvione nel Nord Italia.



I versamenti possono essere fatti su



c/c n. 625004243384 - ABI 3069 - CAB 5062 - Banca Intesa - Agenzia Via Nemorense - Roma - Corriere della Sera - Caduti attentato Nassiriya
Insomma: meno retorica strappalacrime, e più fatti concreti - da parte di tutti.



Uomini e vermi /2


Ho già segnalato più volte nei giorni scorsi (e con me altri bloggers) una immonda iniziativa supportata da Campo Antiimperialista e da altri siti web italiani: una raccolta di fondi destinati alla cosiddetta "resistenza irachena" - in pratica, una sottoscrizione a favore dei terroristi che in Iraq hanno compiuto attentati contro gli anglo-americani, contro gli stessi iracheni (vedi strage alla Moschea), contro organizzazioni come l'ONU e la Croce Rossa Internazionale e, la scorsa settimana, contro il contingente italiano a Nassiriya.



Ora anche la BBC riporta la notizia:
A group of Italian anti-war militants is raising funds to support the armed Iraqi resistance, the BBC has learned.



The discovery comes as Italy mourns 19 men killed in a suicide attack in Iraq last week.



(...)



They say they have collected 12,000 euros ($14,165) in the past eight weeks and admit the money used could be used to buy weapons.



The Antiimperialistas are a group of European anti-war and anti-globalisation supporters.



(...)



The organisation's Italian branch says the money will be given to an Iraqi resistance group known as the Iraqi Patriotic Opposition.



Independent Iraqi sources in London say the leaders of this group have a long history of association with the Baath party and are now back in Iraq supporting the armed resistance.



(...)



Mr Pasquinelli (il portavoce degli "antiimperialisti", NdR) said it would be taken to Iraq in January. He was candid when asked about raising money for the Iraqi Patriotic Opposition which says it actively supports military resistance.



"Its not our affair how they use this money. If they want to use it to print papers for example, or to buy weapons in order to fight for the Iraqi independence," he said.



"We support the armed struggle in Iraq. our money is to help them, it doesn't matter to us if they use it buy weapons, Kalashnikovs, or medicines for people."



When asked to confirm if the money raised could be used to buy weapons he admitted: "Yes they could, and why not?"
Già, why not? perché no? In fondo, "non è affar loro" per cosa vengono impiegati i fondi raccolti, anche se gli "eroici resistenti" iracheni li usano per procurarsi armi ed esplosivi con cui portare a compimento altre stragi contro gli "occupanti imperialisti" (nostri connazionali inclusi, ovvio) questo, per questi vermi, "doesn't matter", non è un problema.



Il mio problema è capire, invece, come fanno questi vermi (e chiedo scusa ai vermi) a guardarsi allo specchio la mattina.



Fonte: BBC News.



[Tech] Rekall, RAD DBMS per Linux e Windows, ora e' GPL!


Finalmente una valida alternativa GPL (in ambiente Linux, Windows e in futuro anche Mac OS X) a Microsoft Access: Rekall, un RAD (Rapid Application Development) DBMS (Database Management System) prodotto da theKompany e giunto già alla release 2.1 viene ora distribuito sotto licenza GPL.



Questo significa che ora chiunque, come già succede ad esempio per GNU-Linux, può effettuare liberamente il download del prodotto e dei relativi sorgenti ed eventualmente apportarvi modifiche e ridistribuirlo - siamo ad anni luce, insomma, dalla logica "blindata" dei software proprietari come Microsoft Access.



Quello che finora mancava, in suite come StarOffice e OpenOffice, era proprio un DBMS (sotto licenza GPL) degno di questo nome: Rekall promette ora di colmare, finalmente, questa grave lacuna.



Rekall permette di costruire applicazioni database mediante form, reports, generatori di tabelle (il tutto molto in stile Access o Paradox, per intenderci) e può essere usato per sviluppare applicazioni "chiavi in mano" grazie al linguaggio di programmazione Python, integrato nel prodotto.
When we first developed Rekall we had a mind to GPL it and make it part of Koffice, but a variety of issues set us down a different track, however we’ve always looked for a way that made sense to open source Rekall so that it could be used in suites like OpenOffice and Koffice. We’ve now come to a point where we think we can GPL Rekall and make it work for everyone, and so starting today with the 2.2 beta code, Rekall is now dual licensed under the GPL, theKompany and the developers retain commercial rights to continue to use the code and provide for non-GPL versions to customers and companies that want it.



It is felt that this is the best way to grow the Rekall user base while at the same time adding new features and functionality to the codebase. Some of the options being currently under development or being considered include:



* The ability to store and work with formatted documents, such as from KOffice and OpenOffice, and in general any documents for which suitable plugins exist. It is conceivable to use the database wizard and database access engine from Rekall to create applications that will allow a spreadsheet to browse a database, or do mail merge in word processing documents for example.



* Improvement to enhance the development and maintenance of large database applications, including reusability and object oriented extensions.



* Alternative scripting languages, for instance Javascript (ECMAscript), to make scripting available to a wider audience.



* More database plug ins such as SQLite, CSQL, etc.



(...)



Rekall supports the following databases by default:



* xBase

* MySQL

* PostgreSQL



Commercial plug ins are:



* DB2

* ODBC (per l'accesso a un'ampia gamma di database, fra cui quelli in formato Access)

* Oracle (*****under development*****)



In addition, Rekall comes with a thorough demonstration database that illustrates the various features of the applications. This is build on top of xBase so the the user need not have an RDBMS server such as MySQL or PostgreSQL installed.
Rekall sarà supportato attraverso il portale della comunità, www.rekallrevealed.org.



Sia sul sito di theKompany che su Rekallrevealed sono disponibili numerose screenshot del prodotto, oltre ovviamente a ulteriori informazioni tecniche.



Fonte: theKompany - press release.



lunedì 17 novembre 2003

[Tech] Il primo supercomputer basato su Macintosh


Big Mac, il supercomputer realizzato alla Virginia Tech e formato da 1.100 Power Mac G5 "dual-processor" è il terzo più veloce supercomputer del mondo, preceduto solo dall'Earth Simulator giapponese e da ASCI Q, il supercomputer del Los Alamos National Laboratory.



In compenso, risulta essere decisamente il più "economico" fra i computer citati: "solo" 5,2 milioni di dollari contro i 350-400 milioni di dollari dell'Earth Simulator.



La sua potenza di calcolo è pari a 10,28 Teraflops contro i 35 Teraflops del giapponese Earth Simulator.



Teraflops sta per "Tera floating-point operations per second": un Teraflops equivale quindi a poco più di 1.000 miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo - o, se preferite, a mille Gigaflops, o a un milione di Megaflops, o a un miliardo di migliaia di operazioni al secondo.



Sia Virginia Tech che IBM hanno in programma di costruire, nell'arco dei prossimi 24-36 mesi, altri due "mostri" da rispettivamente 50 e 360 Teraflops: come direbbe l'Ingegner Cane, sono numeri che fan girar la testa...



Fonte: Wired News.



BR: la Lioce solidarizza con gli stragisti di Nassiriya


Stamane la brigatista rossa Nadia Desdemona Lioce, durante l'udienza al tribunale del riesame per la richiesta di revoca della custodia cautelare, ha espresso il proprio plauso (e quello delle nuove Brigate Rosse, presumo) alla sedicente "resistenza" irachena.



La Lioce ha anche provato a leggere un documento, ma le è stato impedito. A questo punto ha preso a citare a memoria ciò che aveva scritto, ma l'esposizione era contorta e si è impappinata più volte, perdendo il filo del ragionamento (sic).



Insomma, anche i brigatisti "DOC" adottano le parole d'ordine del "sostegno alla resistenza del popolo iracheno" e della "legittima lotta contro gli invasori imperialisti": chissà se aderiranno anche loro a questa sottoscrizione?



[Tech] Brasile: Lula punta sull'open source


Il governo brasiliano pare fermamente intenzionato ad abbandonare, ovunque possibile, i sistemi operativi "proprietari" (primo fra tutti Microsoft Windows) e a puntare su di una massiccia diffusione di sistemi operativi (Linux, in primis) e applicazioni open source:
Paying software licensing fees to companies like Microsoft is simply "unsustainable economically" when applications that run on the open-source Linux operating system are much cheaper, Amadeu said. Under his guidance, Silva's administration is encouraging all sectors of government to move toward open-source programs, whose basic code is public and freely available.



"We have some islands in the federal government using open-source, but we want to create a continent," said Amadeu, a former economics professor who gained fame before joining Silva's team by launching a network of free computer centers in Brazil's largest city, Sao Paulo.



Amadeu, who uses a Linux laptop in his office in an annex of Silva's presidential palace, authored the book "Digital Exclusion: Misery in the Information Era," which argues that the gap between the needy and the wealthy will only deepen unless the poor have easy access to the technology that the rich have at their fingertips, especially in developing countries like Brazil.
In Brasile (170 milioni di abitanti) solo il 10% circa della popolazione possiede un computer.



Fonte: Excite - AP news.



Eccola, la ''resistenza irachena''


Al Qaeda ha inviato a due periodici arabi i comunicati di rivendicazione della strage di Nassiriya contro i nostri militari e delle stragi nelle due sinagoghe a Istambul.



Secondo il Corriere della Sera, La paternità di Al Qaeda per quanto riguarda l'attacco alla base italiana di Nassiriya è stata rivelata dal settimanale arabo Al-Majallah, pubblicato a Londra. Il giornale afferma di aver ricevuto un messaggio di Al Qaeda nel quale la rete terroristica di Osama bin Laden rivendica l'attentato suicida di mercoledì.



Per quanto riguarda gli attentati anti-ebraici in Turchia, Il quotidiano arabo "Al Quds Al Arabi" ha ricevuto la rivendicazione dI Al Qaida per gli attentati di Istanbul. Ne dà notizia l’edizione online del quotidiano Le Monde, che riporta il testo della rivendicazione, firmata dalle "Brigate di Abu Hafs Al Masri-Al Qaida".



Nessuna sorpresa, comunque: avevo scritto già sabato scorso, subito dopo le stragi nelle sinagoghe che certamente si è trattato di una doppia strage organizzata e portata a compimento da seguaci di Al Qaeda o di organizzazioni collegate a quella di Bin Laden.



Impossibile non vedere anche il legame fra questa nuova strage di ebrei e la strage di italiani a Nassiriya: la matrice è la stessa, alla fin fine: si tratta di due episodi diversi della stessa guerra, la guerra del terrorismo fondamentalista contro la democrazia e la libertà.




Poi ci sono quelli che sproloquiano di "valorosa resistenza del popolo iracheno" e che organizzano raccolte fondi aventi come "garante" un amico e sodale del terrorista George Habash





Link: Corriere della Sera.